sabato 21 luglio 2012

Sopra Marsiglia

“Cos’è questo rumore?”
“Di solito i motori fanno così quando finisce il carburante” dice lei.
Guardo d’istinto la turbina dell’aereo fuori dal finestrino. Non vedo fumo, niente di strano. In fondo se il carburante è finito è logico che non ci sia fumo. Giù a terra vedo la costa della Francia, un’enorme città portuale. Dev’essere Marsiglia.
Vorrei chiederle se le è già capitato, vista l’immediatezza della sua risposta. Ma sto al gioco e le dico: “Ci sarà un distributore in zona?”
“Ci vorrebbe un rifornimento in volo” mi risponde seria, ma tranquilla.
“Potremmo planare” dico io: “tratteniamo tutti il fiato, cerchiamo di essere il più leggeri possibile e planiamo sul mare. Mi ricordo di un comandante americano che è riuscito a farlo nella baia dell’Hudson tra battelli e motoscafi.”
“Me ne ricordo pure io” dice lei impassibile, tradendo un sorriso “ma lui quella volta era appena decollato e noi siamo troppo alti”.
Tutti gli altri passeggeri a bordo sono calmi. Il comandante non dice niente, nessun annuncio. Per cui me ne sto tranquillo pure io e aspetto che il rumore delle turbine torni normale.
“E’ il momento di esprimere i desideri” le dico provocatorio, “visto che tra poco non ci saremo più…”
“Un bicchiere di champagne” dice lei allungando il collo sopra gli schienali per cercare l’hostess.
Mi guarda in attesa che io esprima il mio. Mi sporgo verso di lei e la bacio.


martedì 10 luglio 2012

Ancora in fila alle Poste

Ancora in fila alle Poste. Una bolletta scaduta da un paio di settimane, quella che non mi decido mai a presentare in banca per avere l’addebito in automatico. Mio figlio resta nei paraggi. Un responsabile del marketing delle poste dopo aver visto persone disperatamente in attesa per secoli deve avere pensato: e se gli do qualcosa da guardare? Qualcosa da comprare? Per cui ultimamente hanno organizzato una sorta di negozio bancarella. Mentre aspetto il mio turno con il numero in mano mio figlio rovista tra libri, riviste per bambini, giocattoli e oggetti inutili. Torna dopo neanche un minuto e mi chiede se gli compro un giocattolo enorme. Non so se inaridito dall’attesa, illuminato da un’intuizione, o intenzionato a fornire pure a lui qualcosa per ammazzare il tempo gli dico: guardalo e sogna di averlo.

Picture from hotel window: Algeri

venerdì 6 luglio 2012

Un'umanità derelitta

Un’umanità derelitta. Un girone qualsiasi dell’inferno dantesco senza nemmeno Virgilio con cui fare due chiacchiere. La coda al supermercato il venerdì sera con una sola cassa aperta…
Sono in fila all’ufficio postale per pagare una bolletta.