Il cortile del deposito di bibite era circondato da tre enormi pioppi e in quel periodo lasciavano cadere i pappi che creavano una coltre lanuginosa tutto intorno alla recinzione, si appiccicavano ai pantaloni, si infilavano nelle scarpe e qualcuno per gioco li spargeva sui capelli.
La giornata era grigia, senza vento, poche auto in giro e nessuna vecchietta in bicicletta di passaggio: il nostro bersaglio preferito.
Davide, Manuela e io, riparati dietro una catasta di casse, tiravamo qualche sasso in direzione di Andrea acquattato sul tetto e da lui arrivavano regolari e monotoni tiri di bacche che facevano tintinnare le bottiglie vuote o cadevano poco più in la, attutiti dal tappeto di piumini di pioppo. Tutto, in quel fatiscente deposito di bottiglie, faceva presagire che il mondo sarebbe finito quel pomeriggio.
Nessun commento:
Posta un commento