Scendo le scale dell'Assessorato all'Ambiente. Davanti al portone d'ingresso c'è un uomo attempato intento a leggere un avviso affisso al vetro. Incuriosito mi fermo un istante anch'io a leggere. C'è scritto che chi esce il giovedì e il venerdì dopo le tredici e trenta e dopo le diciassette e trenta è pregato di assicurarsi che il portone sia chiuso.
Apro il portone. Nello stesso momento il signore completa la sua lettura e si muove incerto per uscire. Accorgendosi di me mi rivolge uno sguardo opaco, pensieroso, come se volesse dirmi qualcosa. Ride. Apro il portone e lo lascio passare. Mi guarda nuovamente e dice:
"Chi legge il cartello non mangia il vitello".
Sorrido anch'io, cercando un senso nella sua frase.
Lui ripete col dito puntato verso di me, "chi legge il cartello non mangia il vitello", e vedendomi perplesso dice "è un detto veneto: chi legge il cartello, ha capito, aggira quello che ci sta dietro, ha capito? non può... diciamo che non mangia il vitello perché lo aggira. È un detto veneto. Ha capito?".
Io continuo a non capire e annuendo, un po' spazientito, faccio per andarmene, ma vedo che lui ha ancora qualcosa da spiegarmi. “È un detto veneto. Ha capito? ... ", mi dice scrollando un po' le spalle. "Ho capito" gli dico "vedrò di ricordarmelo".
Nessun commento:
Posta un commento