Una notte a Istanbul nel quartiere di Galata mi sono fermato a guardare dei bambini che giocavano a calcio schiamazzando in un campetto di terra battuta. Visto lo spazio ristretto c’era solamente una metà campo: due squadre indistinte con una sola porta e un portiere. Proprio come giocavamo noi nello spiazzo di via Lametta.
Dietro la porta alle spalle del portiere l’arco illuminato della costa europea, brulicante di luci a perdita d’occhio.
Quei bambini sembravano prendere a calci l’Europa. Ogni tiro che finiva alto sopra la porta era come una pallonata irriverente a una capitale, a un angolo sperduto del vecchio continente.
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