La fitta rete delle tracce lasciate dagli aerei appena decollati sul cielo di Amsterdam mi ricorda – Agostino – le partite di Shangai che facevamo nella penombra della tua camera.
Allora ero geloso degli sguardi rapiti che avevi per mia sorella e della tua abilità nello sbrogliare l’intrico di bacchetti bianchi sul tavolo. Ma era il tuo modo estasiato di vedere il mondo, la tua sconfinata calma nel giocare con noi bambini ad affascinarmi. Era qualcosa che da adulto avrei voluto avere.
Ora non ci sei più. Nessuno gioca più a Shangai. Le tracce degli aerei sul cielo di Amsterdam svaniscono riassorbite dall’azzurro.
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